Cosa mi ha insegnato la danza?!

Non c’è un giorno che ricordi passato senza danza. Una volta entrata in me, lei non è più uscita.
Ho passato gli anni più belli della mia vita attaccata ad una sbarra, i miei sabati per le prove extra, le domeniche in giro tra concorsi e stage.
Non rimpiango un solo giorno.
La danza mi ha insegnato che nella vita sudore e fatica sono i mezzi per raggiungere un obiettivo. E che quell’obiettivo tanto sudato non è che il primo passo per raggiungerne altri.
Mi ha insegnato a stringere i denti, di continuare ed insistere anche quando ho l’umore a terra e sentivo di non farcela.
La danza mi ha insegnato ad essere forte e determinata, a non arrendermi alla prima caduta, ma di alzarmi e riprovare ogni volta che succede.
Ho imparato a credere in me stessa e a superare ogni mia insicurezza, grande o piccola che sia.
Mi ha insegnato a gioire per i piccoli successi, a condividere le emozioni.
Mi ha dato concentrazione e memoria, elasticità della mente, spirito di adattamento.
Il dono più bello è la condivisione. Stare in un gruppo, conoscersi danzando vuol dire conoscersi nell’animo. Le amicizie più belle, quelle che ci sono ancora sono nate in sala tra un pliés e un pas de chat.
Ho imparato ad essere autonoma fin da piccola, ad allontanarmi da casa per giorni o settimane. Ho imparato che il body rosso è magico e fa diventare il bucato rosa, a pungermi come Aurora e cucirmi le scarpette…
Mi ha insegnato il sacrificio e ho conosciuto le rinunce. Non si può avere tutto nella vita.
Ho imparato a risparmiare, a scegliere tra le scarpe all’ultimo grido e un nuovo paio di punte.
Mi ha insegnato a sorridere sempre, anche quando sentivo tanto dolore. Mi ha insegnato che per andare avanti, certi problemi è obbligatorio lasciarli fuori. La mia maestra prima di entrare in sala ce lo diceva sempre “dimenticate tutto e danzate”, il nostro mantra.
Ho imparato a gestire il tempo, a studiare in tempi scanditi e stretti e in condizioni poco convenzionali.
La danza mi ha insegnato la dedizione. Per molti anni della mia vita, ho organizzato tutto attorno a lei. E’ stata il fulcro della mia vita.
Ho vissuto in un sogno, e ho imparato a lottare per esso.
La danza, così come le cose che più amiamo, fanno giri immensi e restano con noi. Stretti al cuore.
La disciplina, il rigore, la musica, il gruppo, le vittorie, le sconfitte, le lacrime, il sangue, i limiti, tutto mi hanno forgiata e hanno creato la donna che sono oggi e la donna che sarò.

Qualche giorno fa leggevo un post su Facebook e riflettevo, vorrei che lo faceste anche voi:

“Perché spendere tutti quei soldi per la danza e per tua figlia?”
Risposta:
“Beh, ho una confessione da fare, io non pago per mia figlia a danza. Sai cosa sto pagando?
Pago perché mia figlia impari a essere disciplinata.
Pago perché mia figlia impari a prendersi cura del proprio corpo e della mente.
Pago perché mia figlia impari a lavorare con gli altri affinché diventi una buona compagna di squadra.
La danza aiuta a sviluppare la loro creatività.
Pago perche mia figlia impari a gestire la delusione quando non ottiene quello che si aspettava, e scopre che la chiave è lavorare di più.
Pago perché mia figlia impari a raggiungere i suoi obiettivi.
Pago perché mia figlia capisca che occorrono ore e ore di duro lavoro e allenamento per ottenere risultati, e che il successo non si può fare dall’oggi al domani.
Pago per l’opportunità che avrà mia figlia di fare amicizie che dureranno per tutta la vita.
Pago perché mia figlia studi e non stia pomeriggi interi davanti alla TV al pc o al cellulare.
Pago per quei momenti in cui mia figlia torna così stanca che vuole solo riposare e con quella stanchezza studia ancora e non ha tempo di camminare e di vagare per la strada.
Pago per tutte le lezioni di vita che questa bellissima disciplina dà: “responsabilità, impegno, fiducia in sé stessa, convivenza, ecc.”
Potrei continuare, ma per essere breve…
Non pago per lezioni di danza. Pago per le opportunità che ti offre questa disciplina di sviluppare attributi e abilità che saranno molto utili nel corso della vita.”

 

L’articolo è tratto da: www.amiamoladanzaclassicablog.wordpress.com